Categorie: Editoriali

Bomba d’acqua, il fenomeno meteo che non esiste

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Le parole sono importanti! Il linguaggio è fatto per comunicare. Non si può comunicare – e dunque non sarà possibile capirsi – se si parlano lingue diverse. Ogni campo, ogni disciplina utilizza una propria terminologia. Se per esempio prendo il termine “ROVESCIO”, posso voler indicare un acquazzone (in meteorologia), ma anche un particolare colpo di rimando con la racchetta (nel tennis), oppure un particolare tipo di arco utilizzato nella costruzione di gallerie (architettura). E ancora il “rovescio” nei lavori a maglia, il “rovescio” inteso come volo acrobatico…Ora, se io il rovescio, inteso come acquazzone, lo chiamo “bomba d’acqua“, prima di tutto NON faccio un uso corretto della lingua italiana. In nessun dizionario o enciclopedia infatti vi verrà indicato il significato di tale locuzione perchè semplicemente non esiste. Ora, cosa intendo per bomba d’acqua? Un gavettone? Una carica esplosiva? Un nubifragio? Un nubifragio. Ma allora, se quel fenomeno ha già un nome – nubifragio – perchè violentare la lingua italiana e inventarmi una locuzione inesistente per descriverlo?Il problema nasce dal fatto che da diverso tempo ormai tragiornalisti e meteorologi è in corso una disputa sull’uso del termine ‘bomba d’acqua’. I temporali, i nubifragi, le alluvioni lampo, vengono spesso liquidati dai mass media italiani con il neologismo “bombe d’acqua”, libera traduzione del termine inglese cloudburst (esplosione di nuvola) non usato in meteorologia e che oltretutto, trattandosi di una traduzione approssimativa, genera fraintendimenti.Secondo alcune fonti, questo neologismo, dalla forma onomatopeica certamente forte, ma scientificamente non corretto, fu coniato inizialmente dal quotidiano La Nazione nel settembre 2003, in occasione del nubifragio che colpì la provincia di Carrara, poi venne ripreso da altre testate giornalistiche indotte all’errore da qualche sito web senza scrupoli.A questo punto cosa facciamo? Possiamo trovare un punto di mediazione o continuiamo a descrivere lo stesso fenomeno utilizzando terminologie diverse? Forse un giorno, dai e dai, questa locuzione impropria entrerà di prepotenza nel dizionario della lingua italiana passando dall’uso colloquiale a quello scientifico. Fino ad allora però “bomba d’acqua” continuerà ad essere un termine scorretto che non individua alcun fenomeno meteorologico e pertanto da non utilizzare.

Autore: Luca Angelini di Meteobook

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