Un nuovo studio dell’Università del Maryland e di alcuni ricercatori del Medio Oriente correla la diffusione del virus SARS-CoV-2 non solo con i valori di temperatura e umidità medi, ma anche con la latitudine .
I ricercatori, tramite il loro lavoro pubblicato sull’SSRN Journal (non ancora soggetto però al processo scientifico di ‘valutazione tra pari‘), si sono quindi chiesti se il nuovo coronavirus avesse un qualche tipo di stagionalità, riscontrabile ad esempio nella comune influenza.
Quest’ultima, infatti, causa tendenzialmente in Europa e negli Stati Uniti un picco di contagi durante l’inverno, con la parabola degli infetti discendente proprio tra la Primavera e l’Estate.
Si è scoperto perciò che il virus SARS-CoV-2 si è recentemente propagato lungo la banda di latitudine che da Est corre verso Ovest, e che registra una temperatura media compresa tra 5°C e 11°C con un’umidità relativa nel range 47-79%.
Tale correlazione di stagionalità sembrerebbe quindi essere alquanto solida poiché, si legge, il virus avrebbe potuto propagarsi anche a sud di Wuhan (verso città fortemente legate con quest’ultima), senza però farlo.
Lo studio, sulla base di ciò, prova inoltre ad ipotizzare che nelle prossime settimane e nel mese di Aprile, a causa dello spostamento verso nord di questa fascia di temperatura-umidità, il nuovo coronavirus possa conseguentemente diffondersi verso zone a latitudini più settentrionali, come gli Stati Uniti nord-orientali, le Isole Britanniche e l’Europa centrale.
Tale lavoro mostra perciò alcuni naturali limiti. Infatti, esso pone in risalto senz’ombra di dubbio la forte correlazione tra questi parametri meteorologici e il diffondersi del virus, ma quella che non è confermata è la causalità.
Questo perché non vengono considerati e approfonditi altri fattori che potrebbero risultare fondamentali nell’espansione del contagio: stiamo parlando, dunque, dell’intensità della luce solare, delle densità di popolazione, dei comportamenti umani, e delle derivate scelte politiche attuate.
Possiamo infine affermare che temperatura e umidità ambientali potrebbero essere delle condizioni necessarie ma non sufficienti a descrivere il comportamento del Nuovo Coronavirus e della sua stagionalità, e che si ha ancora bisogno di fare ricerca scientifica sulla questione.
Un caro saluto da Giacomo Tricarico.
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