In questo articolo capiremo perché l’attuale pandemia del Nuovo Coronavirus è strettamente legata alla problematica del Cambiamento Climatico.
Questa è perciò la tesi sposata da Aaron Bernstein, pediatra del Boston Children’s Hospital a capo del Centro per il Clima, Salute e Ambiente presso la Harvard T.H. Chan School of Public Health, per il quale combattere un’epidemia di larga portata non può che necessariamente equivalere al combatterne un’altra di pari importanza: quella del Climate Change.
Infatti basti pensare che un’aria più inquinata può portare ad un aumento della rapidità con cui il virus può diffondersi nell’aria stessa, favorendo un maggiore proliferare dell’epidemia.
Come vediamo le soluzioni per il clima sono anche soluzioni per la pandemia.
O un altro collegamento alquanto interessante lo si può fare con un’altra tematica chiave: quella della deforestazione, che si ritiene possa essere il catalizzatore per alcune emergenze sanitarie.
Si hanno perciò a tal proposito prove sufficienti per affermare che un massivo disboscamento può provocare una distruzione dell’equilibrio naturale che farebbe sì che le specie animali vadano a migrare dai loro habitat locali verso altre zone a densità umana più alte, rendendo possibile infine il loro contatto con l’uomo.
Ad esempio i pipistrelli infetti nell’Africa occidentale, a seguito della distruzione di alcune riserve ed essendo poi costretti a migrare verso Nord, facilitarono la proliferazione dell’Ebolavirus.
Rispettando l’ambiente, si abbassa di conseguenza il rischio di pericolose malattie.
L’impatto economico del Covid-19 è impressionante: si calcola che i governi stiano spendendo una quantità di denaro immensa, pari circa a 7000 miliardi di dollari.
Ma basterebbe soltanto una “piccola” frazione di quella somma (100 miliardi) a proteggere e salvaguardare l’intero attuale delicato equilibrio di flora e fauna sulla nostro Pianeta.
E così facendo, ovvero combattendo la distruzione della vita sulla Terra e del suo sistema climatico, si scongiurerebbero ulteriori ed eventuali peggiori catastrofi.
Un caro saluto da Giacomo Tricarico.
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